Costruire la comunità per rendere visibile il Vangelo. Il compito pastorale dopo la fine della cristianità
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Il titolo di questo importante saggio di don Giuliano Zanchi, segretario generale della Fondazione Bernareggi di Bergamo, ne riassume la tesi e auspica la direzione verso la quale dovrebbe indirizzarsi un agire pastorale conscio dell’attuale contesto postcristiano. Coltivare uno sguardo lucido sulla realtà, percepire il valore dell’umano che si è sviluppato al di fuori della Chiesa, sforzarsi di ripensare la comunità pensando al mondo, sono le precondizioni di un progetto testimoniale che sappia parlare agli uomini e alle donne di questo tempo, nella consapevolezza che la vita cristiana consiste anzitutto nel lavoro pastorale che ogni giorno edifica la comunità. Tale prospettiva individua un obiettivo prioritario: «Il primo compito di una comunità di discepoli consiste nel rendere effettiva e visibile, per quanto fallibile e limitata, una reale vita di comunione fraterna, nella quale soltanto è possibile rivedere nel suo splendore concreto l’umanesimo di Gesù e la via evangelica che lo tratteggia». La scelta di rimettere al centro «il primato della quotidiana costruzione pastorale rispetto al lavoro della codificazione dottrinale e dell’organizzazione giuridica della disciplina», diviene così il principio organizzatore che provoca a ripensare la fisionomia delle nostre comunità attorno alla pratica dei legami fraterni e della carità nonché al primato della Parola compresa e fatta cibo quotidiano nella liturgia. La ricchezza dell’analisi, la visione di insieme e l’apertura prospettica di questo studio sono un contributo prezioso al dibattito sul futuro del cristianesimo parrocchiale, che auspichiamo possa avere un seguito sulle pagine della Rivista.
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