La ripresa di interesse attorno al Concilio Vaticano II, sovente concentrata
sul contenuto teologico dei suoi documenti, non deve tralasciare
il significato storico dell’evento ecclesiale più significativo del ’900,
premessa necessaria alla sua piena e corretta comprensione. Don
Saverio Xeres, docente di Storia della Chiesa alla facoltà teologica di
Milano e redattore della Rivista, propone qui una lettura del Vaticano
II in chiave essenzialmente storiografica. Essa permette di collocare il
corpus dei documenti e tutte le questioni annesse «nei loro contesti,
immediati e generali, storici e teologici», favorendo una progressiva
percezione del suo valore storico, e quindi di decodificare il senso
delle molte e contraddittorie interpretazioni che ne accompagnano
il processo di recezione. L’agile e documentata esposizione si avvale
dello schema espositivo offerto dal nome stesso dell’evento, e precisa
il significato dei singoli termini (Concilio, ecumenico, Vaticano,
secondo) cogliendone la singolare determinazione ricevuta nel contesto
storico ecclesiale e teologico dei primi anni ’60.
Questi ultimi anni segnati dalla crisi economica hanno acuito diseguaglianza
e sofferenza sociale. Sempre più numerose sono le manifestazioni
di denuncia, anche violenta, che affermano come insopportabile
il livello d’ingiustizia oggi raggiunto. Anche il magistero sociale della
Chiesa, a partire dal Vaticano II e fino a Benedetto XVI, ha espresso
pesanti parole d’accusa al mondo dell’economia, nel tentativo di
arginare una visione troppo debole del legame sociale, che conduce
all’insopportabile negazione dei diritti fondamentali di molti. Nel
suo appassionato studio Bruno Bignami, sacerdote diocesano di
Cremona e docente di Teologia morale presso lo Studio Teologico
Interdiocesano e l’ISSR di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano, trova nel
Magistero e nella riflessione teologica recente i criteri per sviluppare
una riflessione sulla tolleranza quale criterio di azione capace di
spingere oltre la mera denuncia dell’intollerabile, che arriva a tutelare
solo un ‘livello minimo’ di dignità. «Il minimo rappresenta la soglia di
umanità sotto la quale non è possibile andare e il massimo valorizza la
coscienza dell’altro capace di interpellare. Tra i due livelli c’è comunicazione.
Il rifiuto dell’intollerabile, infatti, chiede tolleranza: non si può
denunciare ingiustizie usando violenza e col proposito di eliminare
l’altro. E la tolleranza non può far dimenticare che esistono situazioni
inaccettabili, per le quali è necessario spendersi e fare tutto il possibile
per ristabilire la dignità umana. Per questo, l’indignazione non basta.
Ha il merito di mostrare l’inaccettabile, ma ha bisogno di trasformarsi
in impegno per il bene. La tolleranza esprime proprio la decisione di
caricarsi sulle spalle la responsabilità di costruire relazioni buone».
Variamente denominati, sono in atto in gran parte delle Chiese italiane
processi di ristrutturazione della presenza del clero nei territori
diocesani. Tuttavia questa riorganizzazione pastorale non è ancora in
grado di indicare un nuovo paradigma pastorale perché le parrocchie
si pensano sostanzialmente ancora dentro il modello tridentino.
Don Ferruccio Lucio Bonomo, vicario per il coordinamento della
pastorale della diocesi di Treviso, stimolato dai cantieri aperti anche
nella sua diocesi, affronta con lucido realismo i grandi mutamenti
di mentalità che questi cambiamenti necessariamente implicano.
Appare infatti doveroso superare il livello di pura operazione organizzativa,
spesso resa necessaria dall’urgenza di tamponare le falle
aperte dal calo numerico dei preti. Per questo motivo, l’Autore dedica
questo suo ampio e dettagliato studio a presentare e discutere
le principali componenti di un cambiamento di mentalità necessario
sia per una nuova figura di prete sia per un rinnovato ed efficace
modello di attività pastorale.
Nessun autore di libri biblici è descritto dalla Bibbia stessa con l’abbondanza
di riferimenti di cui è oggetto San Paolo, sia nel suo epistolario
sia negli Atti degli Apostoli. Ce ne offre un chiaro quadro di
sintesi don Franco Manzi (biblista, docente alla facoltà teologica di
Milano e al seminario di Venegono), che in questo articolo delinea
con tratti efficaci gli aspetti fondamentali della personalità di Paolo.
Un carattere forte, diremmo oggi. Anzitutto il carattere di un uomo
coraggioso, determinato e instancabile nello svolgere la missione affidatagli dal Signore. Insieme, un uomo dalle tonalità affettive molto
‘calde’ e intense, secondo diversi registri: paterno, materno, sponsale.
Come se l’intensità delle relazioni pastorali da lui intrattenute, che
spesso inclinava all’eccesso, non potesse essere espressa secondo una
sola modalità: Paolo mette tutte le gradazioni della propria affettività
al servizio dell’edificazione della Chiesa. Fu proprio grazie a queste
disposizioni che Paolo divenne l’Apostolo delle genti, colui che diede
decisivo impulso alla straordinaria diffusione del cristianesimo primitivo,
la qual cosa è di grande insegnamento per noi stessi oggi.
È scomparso lo scorso 19 settembre mons. Sergio Lanza, assistente
ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e
membro della Direzione della Rivista. Nato a Morbegno (Sondrio) il
18 giugno 1945, mons. Lanza aveva compiuto gli studi secondari e il
curriculum teologico nel Seminario di Como ricevendo l’ordinazione
sacerdotale il 22 giugno 1969. Laureato in Teologia e in Pedagogia e
licenziato in Scienze bibliche, è stato consultore della Congregazione
per il clero e del Pontificio Consiglio della cultura. Autore di numerose
pubblicazioni, già incaricato diocesano a Roma per il Progetto
culturale, era docente di Teologia pastorale alla Pontificia Università
Lateranense. Il 18 marzo 2008 il Consiglio permanente della Cei
l’aveva nominato assistente ecclesiastico generale dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore. La Redazione desidera farne memoria
pubblicando l’omelia da lui pronunciata durante la celebrazione eucaristica
per la 84a Giornata Nazionale per l’Università Cattolica, a
pochi giorni dall’assunzione del suo incarico.