Com’è noto, una delle linee maestre che orientano il magistero di Francesco è che «il tempo è superiore allo spazio». Questo principio appartiene all’originalità della fede cristiana nel Dio di Gesù, che si è rivelato dentro la storia umana. Il papa lo ha riportato al cuore dell’azione pastorale della Chiesa, per restituirle la libertà dell’attesa e la forza della speranza. Prendendo le mosse dal pensiero di Francesco, don Luca Saraceno, parroco nella diocesi di Siracusa, già rettore del locale santuario della Madonna delle Lacrime, sviluppa un interessante approfondimento di alcune categorie temporali (l’‘attraverso’, la ‘prossimità’, la ‘presenza’ e l’‘altrove’), esplorate dalla filosofia e già attestate dalle pagine evangeliche, che ben si prestano a essere tradotte nel cammino sapienziale di ogni discepolo di Gesù e del presbitero in particolare.
Con l’avvicinarsi del prossimo Sinodo generale dei vescovi dedicato a «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», la Rivista intende favorire l’approfondimento del tema mediante la presentazione di alcune esperienze di pastorale giovanile. Ospitiamo qui l’intervista di Alfonso Colzani (segretario di redazione della Rivista) a p. Beppe Lavelli S.J., responsabile della comunità milanese di Villapizzone che da decenni dedica parte rilevante del proprio servizio ad attività formative a favore dei giovani sia presso la propria sede sia nella casa di Selva di Val Gardena. Abbiamo chiesto a p. Beppe di focalizzare le sue riflessioni sui percorsi condivisi in questi ultimi anni con i giovani di una fascia d’età molto delicata, quella che va dai venti ai trent’anni. La narrazione, pur relativa a esperienze ben determinate, permette di far emergere interessanti elementi di metodo di portata più generale, primo fra tutti il servizio di favorire l’incontro delle persone con il Signore, nei modi e nei tempi che solo la libertà di ciascuno e lo Spirito che vi opera possono determinare.
L’esperienza umana del camminare è densa di una forza simbolica che la Bibbia ben conosce e interpreta alla luce dell’azione di Dio stesso, descritto in marcia alla testa del suo popolo nei racconti dell’Esodo. Donatella Scaiola, biblista e docente presso la Pontificia Università Urbaniana, propone qui un prezioso affondo sull’immagine dell’intera vita come viaggio a partire dal Salmo 84, la preghiera di un pellegrino diretto verso Gerusalemme. Il cammino dell’orante, mosso dall’intenso desiderio di Dio, «quando giunge al suo punto d’arrivo, il tempio, mostra che, in realtà, il viaggio è solo all’inizio perché il pellegrinaggio si svela per quello che è: un percorso di tipo etico che abbraccia tutta l’esistenza».
L’articolo di don Maurizio Gronchi (docente di Cristologia alla Pontificia Università Urbaniana di Roma) nasce dalla sua esperienza delle presentazioni che di Amoris laetitia ha fatto in molte diocesi italiane. Si tratta di un ‘campione’ sufficientemente rappresentativo dei diversi modi con cui l’esortazione di papa Francesco è stata recepita nelle nostre Chiese nell’anno e mezzo trascorso dalla sua promulgazione. La sua diversa risonanza nel clero sembra dipendere dalle differenti esperienze pastorali e classi di età. I fedeli laici poi mostrano una cordiale sintonia con l’impostazione complessiva di Amoris laetitia, soprattutto là dove essa mostra chiara consapevolezza della realtà concreta delle famiglie oggi. La ricognizione consente poi all’autore di puntualizzare con lucidità alcune prospettive per una corretta lettura del documento, oltre l’approccio talvolta fuorviante dei media.
La gestione economica degli enti ecclesiastici è diventata nel corso degli ultimi anni un’attività in non pochi casi problematica, finendo con l’assorbire tante energie e generando serie preoccupazioni nei responsabili delle diocesi e degli ordini religiosi. L’articolo del prof. Marco Grumo (docente di Economia aziendale all’Università Cattolica di Milano, esperto di amministrazione e gestione degli enti non profit e degli ecclesiastici) affronta la questione andando in modo diretto al nocciolo dei problemi. L’autore fornisce le coordinate entro le quali realizzare una corretta gestione, in particolare un solido, aggiornato progetto di missione a cui ogni opera dev’essere funzionale. Senza di esso gli enti ecclesiastici sono facilmente destinati al deperimento, anche economico, per fare fronte al quale l’approccio emergenziale si rivela del tutto insufficiente, come l’esperienza pratica ripetutamente attesta. Dentro tale cornice generale si collocano alcune prospettive più determinate che concernono la formazione di coloro che portano la responsabilità della gestione, le condizioni di sostenibilità degli enti ecclesiastici nel tempo e la necessità di un loro governo chiaro e trasparente.