Nelle nostre parrocchie la catechesi assorbe ancora moltissime energie pastorali. Il contesto attuale non favorisce però un proporzionale esito formativo e ciò induce alla ricerca di ciò che funziona, sovente dando vita a esperimenti ed espedienti di corto respiro. Con questo intervento don Mattia Magoni – docente di catechetica al Seminario di Bergamo e direttore dell’Uffi cio per la Pastorale delle Comunicazioni sociali della medesima diocesi – offre in tre movimenti un’acuta analisi delle tensioni che attraversano il cattolicesimo odierno al fine di favorire la necessaria consapevolezza dello spazio nel quale l’annuncio catechetico può essere signifi cativo. Attenzione al linguaggio dei destinatari, cura per la mediazione antropologica nei contesti concreti, capacità di tenere in relazione esperienza di fede cristiana e vita quotidiana: queste le principali sfi de per gli operatori pastorali che non dovrebbero perdere di vista che «la questione essenziale non è quella dell’effi cacia, ma del senso della catechesi, con cui occorre prendere dimestichezza e che non si può delegare agli specialisti. […] Per essere cristiani non basta essere ben informati [...] occorre che ciò apra alla fede e che essa si testimoni dentro uno stile di vita. È in questo passaggio di traduzione che trova spazio il compito della catechesi».
Prosegue in queste pagine l’itinerario di accompagnamento dei genitori alla comprensione del senso del battesimo cristiano. In questa seconda tappa mons. Giuseppe Angelini, noto teologo di Milano, approfondisce, sullo sfondo antropologico disegnato dall’intervento pubblicato sullo scorso numero della Rivista, il senso religioso e cristiano dell’esperienza della generazione. La sapiente articolazione del piano esperienziale con quello biblico e teologico permette di accostarsi in modo semplice e persuasivo alle verità dogmatiche relative al peccato originale e alla vita di grazia mostrando come il «messaggio del fi glio illumina la verità del vangelo di Gesù; insieme, questo vangelo illumina quel messaggio» offrendo una feconda chiave di lettura non solo della vita del fi glio ma di quella degli stessi genitori.
L’accelerazione dei mutamenti socio-economici, politici e culturali degli ultimi anni evidenzia con chiarezza come il mondo cattolico stia interpretando queste novità in modo fortemente eterogeneo, talvolta addirittura contraddittorio, spesso manifestando profonde fratture fra il sentire popolare e le indicazioni magisteriali. Don Giuliano Zanchi, teologo e direttore scientifico della Fondazione Adriano Bernareggi di Bergamo, presenta una breve nota nella quale, senza intenti saggistici, offre alcune acute provocazioni a pensare le matrici dell’attuale inadempienza del cattolicesimo di fronte al compito di offrire una coerente lettura della contingenza storica. L’autore sottolinea l’urgenza di alimentare la maturità culturale del mondo cattolico, promuovendo anzitutto una riqualifi cazione – non intellettualistica, né elitaria – della coscienza credente.
Il magistero di Francesco ritorna frequentemente sulla necessità che le comunità cristiane assumano una reale abilità di discernimento al fine di orientare secondo lo Spirito la propria azione nel mondo. Don Franco Manzi, biblista e docente presso la Facoltà teologica di Milano, raccoglie l’appello del papa presentando un episodio conflittuale tratto dagli Atti degli Apostoli dal quale è possibile apprendere i tratti di un corretto stile evangelico di discernimento ecclesiale, che in questo caso riguarda la dialettica fra comunità e autorità. La vicenda mostra come l’apostolo Paolo metta a tema la sua azione evangelizzatrice dialogando a cuore aperto, pur nel contrasto di opinioni, con la sua comunità di Cesarea, senza cedere né alla tentazione dell’autoritarismo ecclesiastico né a quella dell’individualismo pastorale. Proprio perché «il discernimento avvenne in un contesto ecclesiale di preghiera e di comprensione fraterna, consentì allo Spirito santo di far concorrere al bene dell’intera Chiesa e di Paolo stesso la prigionia e persino il martirio di quest’ultimo».
Come è noto, il cattolicesimo francese ha vissuto negli ultimi secoli eventi che ne hanno marcato profondamente la storia, accelerando il processo di secolarizzazione e riducendo sensibilmente la presenza della Chiesa nella società civile. La vicenda della Chiesa italiana è sensibilmente diversa. Non sembra tuttavia azzardato chiedersi se nei prossimi anni lo scenario muterà nel nostro Paese, assomigliando sempre più a quello d’Oltralpe. Don Pietro Biaggi, che per sei anni è stato vicedirettore del Servizio nazionale per la catechesi e il catecumenato della Conferenza Episcopale Francese, descrive le strategie e le iniziative con le quali la Chiesa francese reagisce creativamente alla sempre più evidente situazione di minoranza, offrendo utili e concrete annotazioni in grado di favorire la riflessione e il confronto sulle prospettive pastorali del prossimo futuro.