Queste pagine del noto teologo Severino Dianich hanno il pregio di riproporre una ‘grammatica minima’ per i discorsi sull’evangelizzazione. L’articolo infatti puntualizza, con il nitore di chi ha maturato lunga esperienza e riflessione critica su di essa, i punti fondamentali da tenere presenti quando si parla di missione della Chiesa. Merito di non poco conto, se si vuole evitare il rischio, sempre in agguato, della retorica. In particolare, Dianich ribadisce la natura 'estroflessa' della comunità cristiana, che vive per altro da sé: «È destinata ad essere per il mondo, al quale dovrà servire da segno indicatore e offrire un aiuto per il cammino verso il Regno». In questo senso, l’organizzazione interna va tutta relativizzata al compito missionario, nel quale ha peculiare rilievo il fedele laico, costitutivamente determinato dalle dinamiche relazionali ed estroverse della Chiesa. L’articolo riproduce una relazione tenuta all’ultima settimana di aggiornamento del Centro di Orientamento Pastorale ("Laici e preti insieme parlano di pastorale e missione",Triuggio 18-21 giugno 2007).
La riorganizzazione degli assetti pastorali in risposta alle mutate condizioni ecclesiali e socio-culturali non può non tenere conto di come si è andato riconfigurando il contesto sociale e territoriale odierno. Riprogettare con tale consapevolezza consente di calibrare meglio l’attenzione pastorale. In questa linea si pone Francesco Marcaletti (docente di Sociologia all’Università Cattolica di Milano e di Sociologia della religione al Seminario di Venegono), la cui riflessione prende spunto dal processo di istituzione delle Comunità Pastorali nella diocesi di Milano. L’autore si chiede come abbiano cambiato fisionomia il modo di vivere il tempo, lo spazio, la rete delle relazioni, i paradigmi di riferimento, la comunicazione all’interno dell’attuale ‘modernità liquida’. Come interpretare questi segni dei tempi? Quali opportunità dischiudono e quali inedite problematiche suscitano? In conclusione dell’articolo si propongono alcuni ambiti di attenzione da privilegiare nella definizione di nuove strategie pastorali di insieme.
In molteplici modi e a più riprese il Magistero recente, particolarmente con Giovanni Paolo II, ha sottolineato il ‘genio’ della donna e il suo insostituibile apporto alla vita della Chiesa. Il documentato e attento studio del gesuita Maurizio Costa (per molti anni direttore del Centro interdisciplinare per la formazione dei formatori dell’Università Gregoriana) analizza tale istanza in rapporto alla formazione dei candidati al sacerdozio. Nella prima parte dell’articolo vengono trattate le premesse generali della questione, in riferimento all’uguaglianza/differenza tra uomo e donna; nella seconda, che verrà pubblicata sul numero di settembre, l’analisi verterà in modo dettagliato su come nel concreto si potrebbe attuare proficuamente la presenza femminile in seminario.
La meditazione sulla speranza qui proposta da p. Antonio Montanari, muove dalla viva consapevolezza che nella sensibilità odierna è venuto meno il fondamento di questa essenziale figura dell’umano. Certo, si tratta di una grave perdita che rende difficile la predicazione della speranza cristiana. E tuttavia, anche il nostro può essere tempo di grazia; infatti, la speranza cresce attraverso la prova. Perché ciò avvenga, occorre radicarsi con fermezza nella memoria Christi: la sua Pasqua schiude il mondo al futuro di Dio. L’articolo termina con alcuni spunti pastorali, esortando a far germogliare i semi di speranza presenti negli uomini d’oggi, ancora in attesa di Dio.
Il contributo del barnabita Stefano Gorla (parroco di S.Alessandro a Milano e pubblicista) si occupa di un tema a prima vista inusuale, ma tutt’altro che marginale e ‘ingenuo’. Infatti, il fumetto religioso non solo ha una lunga e qualificata tradizione alle spalle, ma è efficace strumento di diffusione del messaggio cristiano, non solo in fasce giovanili di età. Sono numerosi gli esempi di buona qualità, anche recenti, come illustra l’autore: pure in questa modalità tipica della cultura di massa può esprimersi il desiderio di far conoscere il Vangelo e la santità della Chiesa.
Non di rado i gruppi famigliari, pur incentrati attorno a un cammino sulla Parola di Dio, si trovano ad affrontare problematiche che riguardano i figli o il rapporto di coppia. Gli autori, consulenti formatori e docenti presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su Matrimonio e Famiglia, mettono in guardia dalla tendenza ad assumere in tali circostanze comportamenti da ‘piccolo psicologo’, ispirati alla vulgata massmediale. Essa vive di luoghi comuni assai superficiali che spesso inducono a intempestive e maldestre intrusioni in sfere della vita personale, meritevoli di maggior rispetto. La nota esorta a una maggiore sobrietà nell’offerta di aiuto. Consapevolezza del proprio limite e fiducia nelle risorse di una condivisione anche pratica dovrebbero accompagnare costantemente l’esperienza dei gruppi famigliari.