Questo fascicolo della Rivista è dedicato in larga misura al Sinodo su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale da poco terminato. Ne parleranno tre membri dell’assemblea, don Rossano Sala, con questo contributo, e due docenti dell’Università Cattolica: Chiara Giaccardi e Alessandro Rosina. Don Rossano Sala, sacerdote salesiano, direttore della rivista «Note di pastorale giovanile», docente presso l’Università Pontificia Salesiana e Segretario speciale di questo Sinodo dei Vescovi, presenta qui il Documento fi nale del Sinodo, nella sua struttura e nei suoi contenuti salienti, ordinati nel testo secondo il ritmo teologico della narrazione di Lc 24, scelto dai padri sinodali per descrivere il modo di essere Chiesa dei giovani oggi. Riconoscere, interpretare, camminare insieme sono i verbi che identificano i tre capitoli del documento e ne sintetizzano la proposta pastorale.
Con questa vivace nota, Chiara Giaccardi, docente di Sociologia e Antropologia dei Media presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, presente al Sinodo in qualità di esperta, offre un riscontro non convenzionale ai lavori sinodali, ponendo attenzione soprattutto ai messaggi impliciti veicolati dall’inedita presenza dei giovani e alla modalità con la quale costoro hanno comunicato la propria originalità. La loro semplice e attiva presenza, al di là degli interventi espliciti, è stata decisiva nel risignificare profondamente – ‘metacomunicando’ – il contesto dei lavori, aprendo la via per una sinodalità sostenuta da una reale comunione relazionale.
Il Sinodo dei Vescovi poteva affrontare il tema dei giovani in due modi: prendendo le mosse dalla Chiesa, da ciò che offre loro, oppure partendo dai giovani, dalla domanda che esprimono, facendosi interrogare dai loro desideri, timori, inquietudini. Alessandro Rosina, ordinario di Demografia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, presente al Sinodo in qualità di esperto, nota come l’Assemblea sinodale non abbia effettuato una netta scelta di campo e come, di conseguenza, anche il Documento finale esprima una sintesi di entrambe le prospettive; tuttavia l’evento inedito dell’ascolto delle voci dei giovani da parte dei Vescovi ben si presta a fare da preludio a «una nuova attenzione e un nuovo impegno a mettersi in relazione con le novità e le diversità di cui è portatrice ogni nuova generazione».
Lo scorso 15 settembre è stata pubblicata la Costituzione apostolica Episcopalis communio (EC). Con questo documento il papa ha inteso modificare le regole per le assemblee dei vescovi, confermando la direzione già impressa alle ultime assemblee sinodali, quella cioè di «una Chiesa costitutivamente sinodale», in continuità con l’ecclesiologia del Concilio Vaticano II. Mons. Alphonse Borras, Vicario episcopale della diocesi di Liegi, professore all’Università Cattolica di Lovanio e all’Institut Catholique di Parigi, presenta qui l’importante documento – «una pietra miliare» – soffermandosi sul suo preambolo dottrinale per poi sottolineare il carattere innovatore di alcune delle disposizioni principali. Con EC Francesco conferma di avere una «“speciale attenzione” per il Sinodo dei vescovi affinché i suoi sviluppi ulteriori favoriscano “ancor di più il dialogo e la collaborazione tra i Vescovi e tra essi e il vescovo di Roma” (5a). E ciò nella ferma convinzione che i vescovi siano stati istituiti per il servizio del popolo di Dio al quale appartengono in virtù del loro battesimo».
L’indole squisitamente pastorale di Amoris laetitia potrebbe far pensare a una sua radicale estraneità alla prospettiva giuridica. In realtà, anche se dal punto di vista strettamente canonico l’Esortazione non ha apportato delle novità specifiche, fornisce in merito indicazioni di grande importanza. Mons. Paolo Bianchi, Vicario giudiziale della diocesi di Milano, propone qui una presentazione dei passaggi di AL che maggiormente investono la dimensione istituzionale e giuridica del matrimonio – segnatamente quelli riferiti, con fine sensibilità spirituale e pastorale, alla spiritualità del vincolo e alla centralità del consenso. Il discernimento si conferma il principio ispiratore più fecondo di AL, valido anche per un approfondimento in una chiave canonistica; il testo ne parla soprattutto in rapporto a due aspetti peculiari: la preparazione al matrimonio e il processo per la dichiarazione di nullità matrimoniale. In relazione a questi temi il testo di AL si pone in continuità con la prassi giuridica della Chiesa, che «si è per secoli presentata e in parte anche oggi si presenta come una opera di discernimento, di iuris prudentia, dove chi è chiamato ad applicare il diritto non può limitarsi a replicare delle norme astratte, ma le deve confrontare con le singole situazioni esistenziali – individuali e comunitarie – per individuare quale sia il reale iustum nei singoli casi».
La nota di Lucetta Scaraffia (editorialista dell’«Osservatore Romano», docente di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma) recensisce l’ultimo romanzo di Pablo d’Ors (sacerdote e scrittore molto noto in Spagna). Ci sentiamo di raccomandarne la lettura, perché il libro racconta come accade una vocazione e come viene mantenuta viva conservando l’entusiasmo degli inizi, pur attraverso le inevitabili difficoltà e traversie delle vicende personali di ciascuno.