Questa breve e penetrante meditazione del vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla (che sviluppa l’omelia tenuta in occasione della festa del patrono San Gaudenzi), rilegge in chiave spirituale il tema del prossimo Sinodo dei vescovi e offre una chiave biblica per interpretare le dinamiche fondamentali del non facile passaggio giovanile all’età adulta. L’autore riprende qui con occhio attento all’attualità sociale i significati spirituali soggiacenti alla struttura narrativa del libro dell’Esodo, uscire da – passare per – entrare in, quali immagini e momenti del percorso necessario perché «i giovani possano compiere l’avventuroso cammino che esce da una terra di dipendenza, passa attraverso l’età meravigliosa e perigliosa della crescita, per entrare nel paese della maturità umana».
In prossimità della tornata elettorale le pagine di questo profondo e documentato saggio di Luciano Manicardi, priore di Bose, acquistano un rilievo particolare, soprattutto in confronto con la decadente fisionomia della odierna cultura politica. L’articolo propone una ripresa della ‘politica’ a partire dai fondamenti ‘spirituali’ che soli possono sorreggere l’uomo politico in un’azione all’altezza del compito, nella convinzione che «il “tra” che riguarda le relazioni interpersonali e sociali deve essere completato con il “tra” che ogni persona vive con se stessa». Quindi solo chi è profondamente consapevole di se stesso può agire in modo proficuo sulle relazioni sociali. Questo fondamento antropologico nutre a sua volta la vita interiore, la personalità e le ‘virtù’ di chi si dedica alla politica, riassunte nei tratti di immaginazione, creatività, coraggio. Il saggio propone nella sua seconda parte (che verrà pubblicata sul numero di marzo) una fenomenologia dell’azione politica, anche questa letta a partire dalla necessità del rispetto del linguaggio, del senso della morte e del limite, aspetti imprescindibili che permettono insieme la tutela dell’umano e l’obbedienza all’insegnamento biblico, aiutando la politica a ritrovare un rapporto sano con il tempo e con il fare. Il saggio fa parte del volume Spiritualità e politica, a cura di Luigina Mortari (di imminente pubblicazione presso Vita e Pensiero), con contributi di F. Brezzi, R. Mancini, I. Lizzola, G. Zanchi.
L’articolo si ispira al rinnovato approccio alla tematica familiare che Francesco ha promosso in Amoris laetitia e con il ciclo di catechesi tenuto nel periodo fra i due Sinodi che l’hanno preceduta e preparata. Don Francesco Pesce, docente all’ISSR di Treviso e presidente del Centro della Famiglia della stessa diocesi, condensa l’originalità del magistero pontificio nella duplice scelta di mettere a tema anzitutto i concreti soggetti del contesto familiare privilegiando una prospettiva relazionale e, in secondo luogo, nel considerare l’amore come elemento centrale per comprendere e affrontare in modo adeguato le situazioni familiari. Questa attenzione alla concretezza e alla dinamica della relazione porta non tanto a parlare «dell’Amore, né dell’amore in sé, ma di esperienze di amore», prospettiva che si tiene lontano dall’idealizzazione per concentrarsi sulle concrete storie d’amore vissute in famiglia e sulla possibilità di farle evolvere secondo l’evangelo. Francesco infatti, «non sembra essere tanto preoccupato di attività o strutture pastorali, come nemmeno del settore “pastorale familiare” o del problema famiglia, quanto interessato alla crescita delle persone e delle loro relazioni».
Come è noto, la Costituzione conciliare «Dei Verbum» è fra i testi del Vaticano II che più profondamente hanno inciso sul rinnovamento ecclesiale di questi decenni; l’ampio saggio che qui presentiamo, opera del prof. Claudio Salvetti, insegnante di religione e teologo, propone una rassegna dei modi in cui la progressiva restituzione della Bibbia alla Chiesa ha cambiato la vita delle comunità cristiane e la stessa formazione alla fede. Pubblichiamo qui la prima parte dello studio, centrata sulla ricostruzione del «lento e faticoso risveglio» della Chiesa che ha preceduto e preparato la primavera biblica iniziata con il Concilio. Sul prossimo fascicolo comparirà la seconda parte, dedicata al recupero della centralità della Parola nella liturgia, nella catechesi e nella vita quotidiana delle comunità: ripresa chiaramente affermata quale criterio e ‘bussola’ che guida il rinnovamento della pastorale ma forse praticata ancora in maniera troppo incerta e frammentata.
Lo studio di mons. Luca Bressan, pastoralista, vicario episcopale della diocesi di Milano e membro della redazione della Rivista, affronta un tema che negli anni recenti ha conosciuto nuove declinazioni a motivo dei rapidi mutamenti che hanno segnato la vita religiosa. Per questo la riflessione si aggiorna assumendo l’attuale contesto di forte trasformazione del cristianesimo occidentale quale orizzonte di riferimento entro il quale delineare cinque strategie per ripensare la vita consacrata nel mondo e nella Chiesa nella fedeltà alla sua missione. I termini di ‘immaginazione’, ‘provocazione’, ‘contestazione’, ‘riconoscimento’, ‘necessità’ indicano le principali modalità con le quali la vita religiosa dà oggi vita a «comunità ermeneutiche, ovvero a parabole viventi, luoghi che facciano rivivere il fervore degli inizi dell’esperienza cristiana, consegnando al tempo stesso gli strumenti per una sua attualizzazione dentro la cultura digitale che sta rivoluzionando la nostra antropologia».