Questo contributo di don Ugo Lorenzi, docente di Catechetica alla
Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, costituisce il completamento
di una rifl essione di ampio respiro sull’attuale riforma dell’iniziazione
cristiana dei bambini e ragazzi. Due articoli, apparsi sulla
nostra rivista a giugno e a luglio/agosto 2011, presentavano i motivi
e i principali crocevia del ripensamento in corso, assumendo come
angolo prospettico il dibattito sulla celebrazione unitaria oppure separata,
per i ragazzi battezzati, dei sacramenti della Confermazione
e della prima Eucaristia. Viene ora abbozzata, in una serie di tre ulteriori
articoli, una proposta complessiva di criteri e di possibili scelte
per l’iniziazione cristiana dei ragazzi. In questa prima parte l’Autore
richiama sei punti fondamentali in grado di caratterizzare percorsi di
iniziazione cristiana rinnovati. Seguirà nei prossimi numeri la descrizione
di un possibile svolgimento dell’intero percorso dell’iniziazione
con i suoi aspetti formativi, organizzativi e pratici.
Nel quadro dell’‘anno della fede’ e delle celebrazioni del Vaticano II
don Giampietro Ziviani, docente di Ecclesiologia presso la Facoltà
teologica del Triveneto (Padova), si interroga su quale sia la fi gura
di prete – uomo di fede e uomo di Chiesa – in sintonia con l’ecclesiologia
della costituzione conciliare Lumen Gentium. In relazione
alla duplice dimensione della Chiesa, proposta dai primi due capitoli
della costituzione conciliare, il prete può essere descritto uomo «del
Mistero e del popolo di Dio», che «non appartiene totalmente a nessuna
delle due polarità, non è un angelo nemmeno quando celebra
e rimane più di un uomo anche quando pecca». Radicamento nel
mistero trinitario e appartenenza al popolo di Dio disegnano concretamente
la fisionomia del ministero del prete, testimone della
rivelazione nella storia e uomo di fede, ma anche e indissolubilmente
servitore del popolo di Dio.
Le parabole sono una forma originale della predicazione di Gesù. La
singolarità di questo genere letterario, indisgiungibile dalla particolarità
del suo contenuto, ne fa espressione privilegiata della coscienza
stessa del Signore. La bella e ricca presentazione che don Franco
Manzi, docente di Esegesi presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale
di Milano, offre della parabola del Buon Samaritano, evidenzia
le strategie narrative di Gesù, tese ad aprire ai suoi interlocutori
la comprensione del Padre: le parabole esprimono infatti il suo
modo filiale di vedere Dio e il mondo, gli altri e se stesso. La parabola
lucana, in particolare, mette a fuoco l’originalità dell’agape del Dio
cristiano, che l’esortazione conclusiva «Va’ e anche tu fa’ così», trasforma
in scomoda provocazione per il lettore di ogni tempo.
La ricca identità sacerdotale di papa Roncalli, per alcuni aspetti ancora
da esplorare, è l’oggetto di questo documentato studio di don
Ezio Bolis, docente di Teologia spirituale presso la Facoltà teologica
dell’Italia settentrionale. Pur in assenza di una dottrina spirituale propria,
la vita, lo stile, la passione di essere prete di Angelo Giuseppe
Roncalli offrono spunti importanti per abbozzare un profilo dell’identità
sacerdotale oggi. Le pagine che seguono guidano il lettore
alla scoperta delle sfumature con le quali Roncalli arricchì la propria
coscienza del ministero sacerdotale, imparando prima dalle figure di
santi preti della propria diocesi per poi prendersi cura di molti suoi
confratelli. Una vocazione vissuta con passione e intensità, nutrita
dalla carità e da una forte attenzione ascetica che gli permisero di
rimanere «umile prete anche nell’episcopato, nella rappresentanza
della Santa Sede, nello sfavillio della porpora cardinalizia».
«C’è una umanità in ricerca della felicità e del senso della vita, talvolta
anche esplicitamente di Dio, che si muove fuori dai nostri recinti
»: queste parole ben introducono le pagine che seguono, dedicate
alla vicenda spirituale di Oreste Forno, alpinista professionista, che
alle soglie dei 50 anni inizia, con gli strumenti e la sensibilità che gli
sono propri, una forte ed efficace ricerca religiosa. Don Paolo Ciotti,
sacerdote milanese, psicologo, ne rilegge l’interessante vicenda in
chiave psicologica e spirituale mostrando come quella biografi a, pur
così caratterizzata, possa essere occasione di considerazioni più generali
sul venire alla fede in questa nostra epoca e sugli atteggiamenti
ecclesiali conseguenti. Inoltre, pastoralmente, «questo racconto ha
un effetto rilassante, mostra che laddove c’è una buona pasta umana,
l’azione dello Spirito può muoversi e fare grandi cose. Questa storia
di vita ci invita quindi, come operatori pastorali, a non considerare
nostre pecore le sole che stanno nel recinto dell’ovile e partecipano
alle nostre iniziative».