Come lucertole. Sub specie æternitatis. II
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Anche questa seconda parte dell’articolo di don Marco Pozza (cfr.
per la prima il n. 5/2009, pp. 350-361) evidenzia una profonda conoscenza
del mondo giovanile insieme ad una sapiente riflessione esistenziale.
L’attenzione viene qui concentrata su due ‘liberazioni’ invocate
dalla condizione giovanile: liberazione dal tempo e
dall’ambiguità del gesto. Infatti «la questione del tempo si rivela
tutt’altro che secondaria al fine di sanare l’immaginazione giovane
ferita e riscoprire l’importanza dell’affectus verso Dio», e insieme –
si interroga l’Autore in relazione alla gestualità – come è possibile
«spiegare l’abbraccio con cui si firma il segno della pace a giovinezze
abituate ad abbracciare tutto, tutti e ovunque?». Facciamo nostro
l’augurio conclusivo del saggio, che ne ribadisce anche la tesi di fondo:
Dio «non è stato dimenticato: questa è la consolante notizia. È
stato offuscato: ripulirlo è la sfida stilistica per un cristianesimo d’azione
e convinzione».
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